"L’inizio del prossimo Anno Pastorale sarà caratterizzato dalla celebrazione in ottobre del Mese Missionario Straordinario, voluto da Papa Francesco, con l’intento di sostenere, ancora di più, nei pastori e nei fedeli l’impegno per l’evangelizzazione e la trasformazione missionaria della vita della Chiesa: “Andate e annunciate!”.
L’evangelizzazione - la predicazione, la catechesi, il dialogo personale - hanno il loro centro nell’annuncio fondamentale, che si chiama kèrigma. È il nucleo della fede che, dagli albori della Chiesa nascente, continuamente risuona nel mondo: «Gesù di Nazaret […] dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere» (At. 2, 22-24).
Dalla sera di Pentecoste, Pietro proclama il cuore della fede cristiana; e lo fa, ancora, ai nostri giorni: «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti» (Francesco, Evangelii gaudium, n. 164). Il primo annuncio ha radici trinitarie, perché è lo Spirito che ci conduce a credere in Gesù Cristo con la sua morte e risurrezione e ci comunica l’infinita misericordia del Padre.
Ora, il kèrigma è il primo annuncio non nel senso che sta all’inizio e, poi, viene superato da altri contenuti: è il primo in senso qualitativo, perché è l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che deve animare tutta la presentazione della fede e della vita cristiana. È la fiamma che accende ogni forma di annuncio, perché «risponde all’anelito di infinito che c’è nel cuore di ogni uomo» (Francesco, Evangelii gaudium, n. 165).
Il kèrigma è sempre efficace perché parla al cuore dell’uomo, risvegliando in lui le domande fondamentali e rispondendovi con la luce della Rivelazione.
Chi porta il kèrigma all’uomo si fa vicino, apre un dialogo, accoglie l’altro e percorre con lui un tratto della via della fede. Lo ha fatto Cristo con i discepoli di Emmaus (cfr. Lc. 24, 13-35): li affianca, ascolta i loro tormenti, pone loro domande decisive, mostra la luce che scalda i cuori.
La missione divina che Cristo ha affidato agli apostoli continua sino ad oggi nell’annuncio del Vescovo di Roma e dei Vescovi posti a guida delle Diocesi. Nella loro persona è presente in mezzo ai credenti Cristo, annunciatore del Padre con la forza dello Spirito.
Il Concilio insegna l’identità e la missione dei Vescovi; essi sono «il visibile principio e fondamento di unità nelle loro Chiese particolari; queste sono formate ad immagine della Chiesa universale, ed è in esse e a partire da esse che esiste la Chiesa cattolica una e unica. Perciò i singoli Vescovi rappresentano la propria Chiesa, e tutti insieme col Papa rappresentano la Chiesa universale in un vincolo di pace, di amore e di unità» (Lumen Gentium, n. 23).
Il Vescovo, dunque, nella sua Diocesi, è il fondamento visibile dell’unità della Chiesa, attraverso l’annuncio della Parola, la santificazione dei fedeli, la guida del popolo di Dio. Se ogni cristiano è missionario in virtù del sacramento del Battesimo, il Vescovo lo è in quanto successore degli Apostoli e membro del Collegio Episcopale.
Da tanti anni la Diocesi di Genova offre per l’Anno Pastorale il cammino di catechesi degli adulti, che accompagna qualche momento della vita della Chiesa universale o locale. La catechesi è svolta nei Vicariati, nelle Parrocchie e nei Movimenti, secondo le modalità e i tempi, valutati più opportuni. Quest’anno si è voluto sottolineare come l’evangelizzazione e l’opera missionaria, proprie di ogni battezzato, hanno nel Vescovo diocesano il loro principio fondamentale, mediante il suo magistero. Per questo motivo, è stato suggerito di raccogliere, secondo uno schema definito, le Lettere Pastorali che il Cardinale Arcivescovo ha scritto negli anni, e offrirle come cammino di catechesi per l’Anno Pastorale 2019-2020.
In queste Lettere, che i nostri Sacerdoti, di anno in anno, hanno offerto alle famiglie durante la visita annuale, l’Arcivescovo – per così dire – bussa alla porta di ciascuno per intraprendere il dialogo su ciò che è essenziale; fa riemergere qualche domanda centrale e, in vario modo, modula il kèrigma. Risuonano la verità e il bene, ma anche la bellezza: seguire Cristo colma la vita di un nuovo splendore e dona gioia profonda.
Queste brevi Lettere appartengono all’azione missionaria ordinaria del Vescovo, come vi appartengono anche la visita ai Consigli Pastorali Vicariali che Egli continuerà nel corso dell’anno."
Mons. Marco Doldi - Vicario Generale
Fonte: Il Cittadino