La Confraternita possiede quattro Crocifissi processionali, di epoche diverse e di diversa grandezza.
Senza dubbio il più prezioso è il Bianco grande dedicato alla Madonna del Carmine, un documento ne attesta l'acquisto nel 1794, la bellissima immagine raffigura Cristo agonizzante, testa alta e occhi aperti, particolare non comune nei crocifissi processionali. Nei due secoli e più di vita il Bianco è stato restaurato più volte, anche solo con interventi di sanificazione per evitare che fosse aggredito dai tarli, l’ultima grande opera di ripulitura completa (immagine, cantonali e titolo) avvenuta nel 2012 ha riportato il crocifisso all'antico splendore. Il più grande è il Moro dedicato a S. Michele Arcangelo, imponente crocifisso nero totalmente eseguito nel 1902 dallo scultore Angelo Marcenaro, completo di croce, cantonali e titolo. Numerosi sono stati i restauri, culminati con quello completo eseguito nel 2005 comprensivo anche della sostituzione della croce. Il più piccolo è un bianco chiamato Luigino, dedicato a S. Luigi Gonzaga, a cui deve il nome, nato come "crocifisso – scuola" per insegnare l’arte del cristezzante ai giovani. Il primo documento in cui si fa riferimento a questo crocifisso risale al 1874 ma le fattezze dell’immagine (postura, tratti e fisicità) ci fanno pensare che sia stata eseguita molto prima e certamente per essere collocata su croce piatta a parete, non avendo assolutamente caratteristiche di "processionale". Infine il Bianco mezzano, anch'esso come il Bianco grande dedicato alla Madonna del Carmine, crocifisso completato in più riprese e a distanza di molti anni. Partendo da una splendida croce ottocentesca (1880 ?) di legno rosa, finemente intarsiata a "lisca di pesce", che venne poi ornata con canti e titolo eseguiti nel 1932, infine completato con l'immagine acquistata in Trentino nel 1975, in occasione del 500° anniversario di fondazione della Confraternita.